- fragilità del patrimonio edilizio esistente, costituito prevalentemente da edifici degli anni 60’ e 70’, caratterizzati da scarsa qualità costruttiva e assenza di misure antisismiche;
- alta densità abitativa e concentrazione di beni storico-artistici;
- elevata incidenza di eventi sismici per frequenza ed intensità;
- scarsa cultura della prevenzione.
In questo articolo
- La classificazione sismica del territorio italiano
- Considerazioni preliminari per affrontare l'intervento
- Favorire il “comportamento scatolare”
- Rinforzo delle strutture
- Alleggerire il carico
La classificazione sismica del territorio italiano
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è l’ente predisposto ad aggiornare continuamente la mappa di classificazione sismica. Tutti i comuni italiani sono classificati in 4 zone di pericolosità sismica, dove la zona 1 rappresenta quella con rischio più elevato. A seconda della zona, la normativa vigente (Decreto Ministeriale del 14 Gennaio 2008 "Norme tecniche per le costruzioni”, abbreviato come NTC 2008) prescrive i principi per il progetto, l’esecuzione e il collaudo delle nuove costruzioni, e affronta anche la questione degli interventi di adeguamento o miglioramento sismico per le costruzioni esistenti.
Considerazioni preliminari per affrontare l'intervento
A livello fiscale, in seguito al terremoto nel Centro Italia, sono stati introdotti progressivamente degli incentivi.
Il Sismabonus comprende misure per incentivare l’adeguamento sismico delle abitazioni e degli edifici produttivi, con detrazioni Irpef o Ires differenziate a seconda dei lavori eseguiti, della zona sismica e della tipologia di edificio.
L'incentivo è concesso per opere realizzate su edifici ubicati nelle zone sismiche ad alta pericolosità, quindi zona 1, 2 e 3 mentre rimangono esclusi quelli che si trovano nella sola zona 4.
Per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021, la percentuale di detrazione può arrivare fino all’85%. A seconda dei casi si avrà quindi un'agevolazione sulle spese sostenute pari al 50%, al 70%, al 75%, all'80% o all'85%.
La detrazione va calcolata su un ammontare massimo di 96.000 € per unità immobiliare ed è ripartita in 5 quote annuali di pari importo.
A partire dall'entrata in vigore del decreto-legge “Rilancio” del 19 maggio 2020, l’agevolazione viene portata al 110% e diventa quindi Super Sismabonus, a condizione che siano rispettate tutte le condizioni per accedere al Superbonus. Prevista anche la possibilità di optare, in sostituzione della detrazione, per lo sconto in fattura o la cessione del credito.
A partire dal 2023, le detrazioni del Sismabonus sono state prorogate con misure fiscali che permettono di migliorare la categoria di rischio degli edifici residenziali, usufruendo di riduzioni Irpef e Ires dal 50% fino al 110%.
Di seguito abbiamo raccolto alcuni principi generali tra i più frequentemente adottati nella messa in sicurezza di edifici esistenti, partendo dal presupposto che la casistica è molto ampia ed è imprescindibile l’intervento di un professionista esperto (l'Ingegnere civile), tanto per la valutazione preliminare dello stato di fatto dell’edificio quanto per il progetto dei lavori da effettuare sulle strutture.
Favorire il “comportamento scatolare”
Affinché l’edificio resista al sisma senza riportare danni tali da costituire un rischio per l'incolumità delle persone, la struttura deve poter oscillare senza collassare. Questo tipo di risposta è denominata “comportamento scatolare”, proprio perché l’edificio simula una scatola. A tal proposito è fondamentale che le diverse parti della struttura, in particolare i solai e le pareti perimetrali, siano ben collegati e si muovano in maniera solidale. Gli interventi più diffusi ed efficaci sono:
- predisposizione di catene (barre metalliche che collegano le pareti opposte evitandone il distaccamento)
- introduzione di strutture metalliche di connessione tra solaio e struttura perimetrale (placcaggi).
Rinforzo delle strutture
L’obiettivo è quello di individuare i punti deboli della struttura ed agire in modo generale o localizzato per migliorare la risposta della costruzione in caso di sisma. L’intervento deve essere calibrato in base alla tipologia costruttiva dell’edificio. Per le strutture in calcestruzzo armato ed in acciaio si possono considerare:
- rinforzo di tutti o parte degli elementi strutturali (ad esempio cerchiatura dei pilastri)
- aggiunta di nuovi elementi resistenti, come pareti in calcestruzzo armato o controvento in acciaio
Per strutture in muratura:
- risanamento di murature scarsamente coese, sostituendo eventualmente alcune porzioni con laterizi nuovi
- miglioramento dei collegamenti tra interno ed esterno delle pareti perimetrali e tra pareti e solai
Alleggerire il carico
L’alleggerimento della copertura, soprattutto in caso di murature datate, può rivelarsi una soluzione efficace. Fondamentale è verificare il buon collegamento e la compatibilità in termini di rigidezza con la struttura sottostante, in modo che l’edificio risponda come una scatola in caso di sisma. Nonostante siano molto diffusi, sono da evitare i cordoli di irrigidimento in calcestruzzo armato, soprattutto se realizzati senza interventi sulle murature sottostanti ed in caso di edifici con strutture sottostanti deboli.