Le superfici, soprattutto quelle sottoposte a uno stress intenso, si contaminano molto facilmente con germi, batteri, microbi e virus, attraverso il contatto oppure la permanenza di persone in un'area a causa delle minuscole particelle emesse quando si respira o si parla che si vanno a depositare dappertutto, o semplicemente trasportati dall'aria.
Mantenere una pulizia e una igienizzazione impeccabile assicurando ambienti sempre disinfettati diventa quindi faticoso e dispendioso con l'utilizzo di sostanze chimiche. Sempre più, anche in contesti privati, si ricercano soluzioni alternative per risolvere questo problema ed assicurarsi un’abitazione salubre e sicura.
I rivestimenti fotocatalitici sono una delle possibilità per ottenere questo risultato. Si applicano su diversi materiali e consentono di sanificare continuamente le superfici attivandosi per esposizione alla luce.
In questo articolo
Come funziona la fotocatalisi
La fotocatalisi ha bisogno di due elementi per attivarsi: deve essere presente un composto fotocatalizzatore sul quale deve agire una luce. Si innescano in questo modo delle reazioni che interagiscono con sostanze presenti sulla superficie esercitando un'attività antimicrobica. Un processo fisico naturale, a costo zero, il cui effetto non è soggetto ad esaurimento e si rinnova costantemente.
Per il funzionamento è dunque necessaria la radiazione solare ultravioletta sempre presente negli ambienti esterni, mentre negli interni può essere sostituita da speciali lampade UV in grado di abbattere composti inorganici ed organici.
Utilizzare materiali di questo genere nelle abitazioni, malgrado i costi, può essere rivoluzionario poiché modifica totalmente le procedure di pulizia quotidiana degli ambienti. Con la crisi sanitaria in corso questa è diventata un’esigenza ancora più sentita.
Da sottolineare che ad oggi è conosciuta l'efficacia su batteri mentre sono disponibili soltanto pochi studi riguardo all'effetto sui virus.
Tra i materiali fotocatalitici il più utilizzato è il biossido di titanio che si attiva con luce ultravioletta producendo un effetto ossidativo con proprietà disinfettanti.
Alcune applicazioni
Oggi è possibile migliorare le qualità di un ambiente attraverso l'inserimento di superfici con trattamento fotocatalitico.
L'azione fotocatalitica viene infatti applicata a diversi materiali e prodotti impiegati in edilizia per renderli componenti attivi nella pulizia degli ambienti. Questo fenomeno fisico si utilizza principalmente per l'effetto autopulente e per l'azione contro l'inquinamento in contesti soggetti ad alte concentrazioni di contaminazione.
Per l’edilizia le due possibilità sono l'inserimento di composti nanotecnologici all’interno dei materiali o dei prodotti da costruzione oppure l'applicazione sulle superfici di uno rivestimento trasparente con queste proprietà. Si possono trattare in questi modi diversi generi di materiali come pitture, malte cementizie, pannelli o prodotti ceramici, pronti da impiegare in progetti di ristrutturazione o nell’ambito di nuove costruzioni, tanto pubbliche quanto private.
Tra gli esempi recentemente sviluppati troviamo anche dei vetri per utilizzo in esterni o in interni a cui sono state attribuite proprietà antimicrobiche grazie ad un rivestimento pirolitico, in grado di attivarsi in modo naturale con l'esposizione ai raggi UV provenienti dal sole. Questo strato aggiuntivo può essere aggiunto a diverse tipologie di vetri di sicurezza, con differenti spessori e per svariati usi.
Proprietà fotocatalitiche sono state applicate anche a piastrelle in grés porcellanato per rendere questo materiale efficace contro sporco e microorganismi, sempre mantenendo le sue caratteristiche peculiari.