Stufe e camini a legna sono una soluzione più economica di altre per riscaldare casa e molti ci hanno pensato per far fronte al caro energia. Tuttavia non si tratta del sistema più ecologico, poiché con la combustione di biomassa si immettono in atmosfera sostanze inquinanti.
Per questo motivo sono previste alcune sanzioni per chi supera i valori limite. Tuttavia, con delle attenzioni particolari è possibile evitare di prendere multe per l'utilizzo di camini e stufe a legna.
In questo articolo
- Multe per emissioni di CO2
- Come fare per evitare sanzioni
- Sanzioni salate per impianti a biomassa per chi vive in Lombardia
- Le misure anti inquinamento in Piemonte
- Limitazioni a stufe e camini inquinanti per i cittadini del Veneto
- Il piano regionale sulla qualità dell'aria in Emilia Romagna
Multe per emissioni di CO2
Le emissioni prodotte da camini e stufe a uso domestico sono una delle cause del forte inquinamento atmosferico che si registra soprattutto nei grandi centri urbani.
Questo ha portato diverse regioni ad adottare specifiche norme per contrastare questo fenomeno, provando a contenere il quantitativo di CO2 emessa. Chi non rispetta le limitazioni può essere punito con sanzioni importanti.
A seconda della zona in cui si risiede però ci sono limitazioni differenti. Inoltre, solo in determinate regioni del nord Italia sono previste sanzioni per l'utilizzo di camini e stufe a legna.
Come fare per evitare sanzioni
Le norme per contrastare l'inquinamento atmosferico che disciplinano l'utilizzo di stufe e camini a legna in alcune regioni italiane sono indirizzate ai dispositivi più inquinanti che solitamente sono anche quelli più datati, poiché costruiti senza il rispetto delle normative attuali.
L’utilizzo di impianti di ultima generazione consente di non avere alcun problema poiché le emissioni rispettano gli standard. In generale sono tollerate stufe e camini con una potenza superiore a 10 kW.
Sanzioni salate per impianti a biomassa per chi vive in Lombardia
Divieto di utilizzo degli impianti a biomassa o generatori di calore con classe di prestazione inferiore a 4 stelle in Lombardia. É in questa regione che si hanno le multe più elevate che vanno da 500 a 5.000 euro per effetto della Legge regionale n. 24/2006.
A partire dall'ottobre 2018, inoltre, chi risiede in Lombardia e ha una stufa a pellet con potenza termica inferiore ai 35 kW deve obbligatoriamente impiegare materiale da ardere conforme alla classe A1, secondo quanto indicato dalla norma UNI EN ISO 17225-2.
Ci sono poi limitazioni locali, per cui ognuno è tenuto a verificare le norme vigenti nel proprio comune. E' il caso della provincia di Brescia dove fino al 15 ottobre 2024. è stato concessa l’accensione di stufe a legna o a pellet anche sotto i 10 Kw di potenza.
Le misure anti inquinamento in Piemonte
Per quanto riguarda il Piemonte, dal 1° ottobre 2019 è stato introdotto il divieto di installare generatori di calore alimentati a biomassa legnosa, con potenza sotto i 35 kW e per classi inferiori alla 4 per le emissioni.
Limitatamente ai comuni facenti parte delle zone “Agglomerato di Torino”, “Pianura” e “Collina”, dal 1° ottobre 2019 è fatto invece divieto di utilizzo dei stufe e camini a legna con potenza inferiore a 35 kW e classe di prestazione emissiva inferiore a 3 stelle.
Limitazioni a stufe e camini inquinanti per i cittadini del Veneto
La regione Veneto ha vietato l'accensione di camini e stufe a legna a legna di classe inferiore alle 3 stelle a partire dal dicembre 2019.
A partire dal 31 dicembre 2019 invece ha introdotto il divieto di installare generatori di calore con classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle.
Il piano regionale sulla qualità dell'aria in Emilia Romagna
La Regione Emilia Romagna ha elaborato il Piano Aria Integrato Regionale (PAIR), una misura per combattere l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità dell’aria in determinare aree della regione particolarmente inquinate.
Ad esempio, è previsto il divieto di utilizzare camini, stufe a legna e pellet di classe inferiore a 3 stelle, solo quando sono installati all'interno di immobili in cui è presente un sistema alternativo di riscaldamento.
Inoltre, questa misura non si adotta per i comuni che si trovano al di sopra dei 300 metri di altitudine.