Tratto da: "PIANCAVALLO LA PICCOLA CORTINA"
Pietro e Marco Angelillo, 2008.
"PIANCAVALLO, LA PICCOLA CORTINA"
"(...)Qualcuno avrebbe voluto chiamarla "Cortina del Friuli", perché iprogetti per le nuove stazioni turistiche prendevano esempio da Cortina D'Ampezzoche, con la sua magica quota di 1.250 mt, aveva incontrato la sua fortunagrazie alle olimpiadi invernali del 1956, le prime in Italia. (...) tant'è, laperla delle dolomiti era ormai una stella di prima grandezza e costituiva unmodello al quale era difficile sottrarsi.
(...)su queste caratteristiche si era costruito un progetto originale di indubbiovantaggio. Il primo a lanciare ufficialmente l'idea, nel 1958-59, fu il Comunedi Aviano. il sindaco di allora, Mario Della Puppa, riusciva a vedere un futurodi possibile sviluppo turistico per riscattare il suo comune dalla povertà delsecondo dopoguerra e dall'emigrazione (...)
Spiccano,in questa realtà trasformata degli ultimi quarant'anni, l'ampio e variegatosviluppo edilizio e urbanistico, gli ottimi impianti sciistici, le strutturealberghiere e gli appartamenti d'affitto (...).
"UN IMPRESA MAI VISTA PRIMA"
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(...)Su quel terreno brullo fu introdotta qualche specie insolita perquell'ambiente, L'ABETE ROSSO e L'ABETE BIANCO, presenti nei vicini versanti aquote più elevate. Il piano di ricostruzione fu affidato all'architetto paesaggistabelga Gyssel, laureato in svizzera.
UN INTERVENTO CON TUTTI I CRISMI DELLA CULTURA PAESAGGISTICA DI ALLORA, CHE PREVEDEVA ANCHE LA CREAZIONE DI NUOVI BOSCHI (…).
(…) COMPLESSIVAMENTE FURONO MESSI A DIMORA 11.000 ALBERI, tra FAGGI ed ABETI (rossi e bianchi), alti 3-4 metri, e 300.000 piante più piccole.” (…).
Nel resto del libro, non si dice che, i lavori durarono oltre un decennio, non si dice che ABETI, FAGGI, BETULLE, trattori, rimorchi, e personale provenivano una delle PRIME realtà, e più grandi di allora e tutt’ora lo è, del paesaggio florovivaistico esistente del Friuli: I VIVAI OLIVO TOFFOLI.
Forse non tutti sanno che…
Forse non tutti sanno che nel 1950 quello che oggi è il Piancavallo, conosciuto da tutti come un ridente paesino di montagna in provincia di Pordenone sotto il Comune di Aviano in Friuli Venezia Giulia si presentava come in questa foto, e l’unica costruzione presente, era il rifugio che nella foto si vede. Non era altro che una landa desolata impiegata solo per il pascolo e per mietere il fieno.
La VIVAI OLIVO TOFFOLI e figli, che in quegli anni stava avendo il suo momento di svolta ed era in forte crescita vedeva il Commendatore Aldo Toffoli in qualità di presidente, aiutato dalla sua famiglia, moglie e figli al seguito a dirigere i lavori di allora e che portarono alla messa a dimora di più, di quei succitati 11.000 abeti e 300.000 altri tipi di piante…
Unica grande realtà vivaistica del momento e della zona e l’unica in grado di poter gestire ed affrontare “UN IMPRESA MAI VISTA”.
Uomini,macchine, fatica… sapientemente diretti da Aldo Toffoli e dall’azienda di famiglia per seguire il progetto in quegli anni intavolato e forse “troppo grande” per le casse degli ideatori, di costruire qualcosa di nuovo; e dove la natura non aveva programmato ci fosse nulla, ora dopo 50 anni vede quello che ora c’è.
La prima casa costruita, il vecchio rifugio Pordenone, non esiste più, ma al suo posto sorge un’altra costruzione della quale si vede a malapena il tetto, tetto coperto da quegli abeti che non tutti sanno, non essere mai nati lì dove si trovano ora …
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Immagine degli anni 50 dello stato dei fatti prima dell' inizio dei lavori