L'immobile è situato al piano nobile di un palazzo costruito nel 1864 in Piazza Statuto a Torino; la piazza venne ribattezzata con l'attuale nome a ricordo dello Statuto Albertino.
La sfida consisteva nel dividere gli ambienti senza l'uso di tavolati bensì attraverso la creazione di pareti “passanti” con funzione sia di divisorio che di contenimento e passaggio degli impianti.
La posizione dell'immobile ha portato alcuni problemi riguardanti l'illuminazione poiché le finestre affacciano direttamente sul porticato sottostante. La scelta di utilizzare colori chiari nel corridoio di distribuzione e negli altri ambienti è stata fatta per dare più luce alle stanze.
Per la pavimentazione è stato utilizzato un pavimento in rovere naturale, privo quindi di verniciatura per dar un senso di “naturalezza” all'ambiente.
Per risolvere il problema dell'assenza di illuminazione nel bagno padronale, che è stato ricavato all'interno della camera stessa, i progettisti hanno elaborato una soluzione di pareti interamente vetrate, in modo da ovviare al problema.
La cucina laccata opaca è costituita da un blocco penisola con piano in acciaio inox con piano cottura integrato, collegato al tavolo da pranzo a sbalzo sulla parte anteriore e sorretto da un solo appoggio.
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Photo Filippo Alfero
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