L’ edificio oggetto d’intervento è una modesta ma dignitosa casa a tre piani costruita agli inizi degli anni ‘40°, a cavallo della 2° guerra mondiale, realizzata in economia di mezzi e che non ha subito nel corso del tempo nessuna trasformazione, mantenendo inalterata l’originaria composizione. Particolarmente significativa appare la sua posizione urbanistica in quanto collocato lungo un importante viale della città che connette la stazione ferroviaria e le scuole al castello e da qui al Santuario Antoniano.
Per non perdere il contatto con il passato, è stato necessario ricostruire la storia del luogo e dell’immobile, per ricercarne la vocazione particolare che passa anche attraverso i suoi trascorsi. Durante la guerra sono stati ospitati alcuni soldati tedeschi, a testimonianza di un carattere aperto alle relazioni che caratterizza la famiglia proprietaria; una famiglia che da sempre coltiva diversi hobby, quali la musica, il canto, la pittura, l’arte, e soprattutto le relazioni. Questo carattere di “apertura” è stato certamente un input importante nell’approccio progettuale, rivisitando attraverso il recupero e la valorizzazione del corpo di fabbrica originario nelle sue caratteristiche in nuce ancora inespresse, la tipologia compositiva del loft.
Lo spazio è libero dalle divisioni tradizionali, e pertanto aperto; si tratta semplicemente di un progetto architettonico che privilegia la flessibilità accettando la compresenza di attività diverse che spesso può evidenziare incompatibilità: tipicamente, l’odore dell’arrosto che rosola, il bambino che gioca con gli amici, il marito che guarda la partita, la moglie che legge un romanzo, un altro ancora ha mal di testa. Chiudersi e appartarsi non è possibile, ma il lato positivo sta nel fatto che mentre leggiamo possiamo tenere sotto controllo l’arrosto che cuoce e il bambino che gioca.
Al di là delle diverse possibilità che la gestione dello spazio concede, vivere il “loft” significa credere in un diverso modo di abitare, che rispecchia la ricerca di spazi personalizzati che si adattano, senza opporre resistenza, ai cambiamenti che avvengono nella vita: figli, animali domestici, nonni, tutti possono apprezzare il piacere di far parte di una esperienza abitativa che da spazio alle relazioni.
ll tentativo è di far coesistere memoria, presente, e futuro salvaguardando l’identità tipologica del manufatto anche nelle parti più soggette a trasformazione, accanto ad una moderna riconfigurazione degli spazi dettata dalle nuove esigenze.
Vivere questo nuovo spazio è uno stato mentale, prodotto dall'amore per lo spazio, ma anche per l’aria e la luce. I piani dell'abitazione vengono infatti divisi in modo razionale e funzionale in due fasce: i locali di servizio sul retro, gli spazi principali e di soggiorno verso sud, sfruttando al meglio gli apporti solari consentiti dalle caratteristiche morfologiche del sito.
Il piano secondo esistente, viene ampliato grazie ad una parziale sopraelevazione che recuperando l’ attuale sottotetto permette di ricavare nuovi spazi ad uso abitativo configurandoli in open-space; un “albero artificiale” in acciaio diventa l’ elemento figurativo principale di sostegno della copertura e di rappresentatività dei nuovi spazi.
Questi nuovi elementi, configurati secondo una matrice contemporanea, si legano in perfetta armonia con il fabbricato esistente, facendo ricorso ad un vocabolario linguistico essenziale, fatto di pochi ma significativi inserimenti che valorizzano l’ immagine originaria: accentuazione della pendenza della nuova copertura, ritaglio della stessa con una terrazza che crea un pozzo di luce nel sottotetto, nuove aperture a nastro lungo i lati sud ed ovest.
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