L’analisi di Risposta Sismica Locale (R.S.L.) mediante approccio di tipo rigoroso viene condotta con codici di calcolo che simulano la propagazione delle onde sismiche entro un deposito di terreno. Le condizioni locali assumono un’importanza determinante nei confronti delle amplificazioni sismiche. L’assetto geologico-tecnico e sismostratigrafico, le geometrie sepolte, gli effetti di bordo, le condizioni topografiche, sono solo alcune delle variabili di maggior rilievo, oltre a una serie di condizioni al contorno da valutate caso per caso. Tali situazioni possono essere studiate con modellazioni specifiche mediante software di calcolo monodimensionali (1D) o bidimensionali (2D). Nelle analisi monodimensionali è possibile tenere conto soltanto degli effetti derivanti dall’amplificazione stratigrafica ipotizzando la presenza di un assetto sismostratigrafico piano-parallelo. Nelle analisi bidimensionali è possibile implementare, congiuntamente, sia l’amplificazione dovuta a contrasti di impedenza sismica sismostratigrafica, sia quella dovuta a geometrie topografiche superficiali o sepolte. Il confronto con lo spettro ottenuto dalle categorie di sottosuolo mediante approccio semplificato permette di definire la presenza o meno di un'amplificazione del moto sismico.
In questo articolo
Confronto tra lo spettro da normativa NTC-18 per la categoria di suolo B (approccio semplificato) e lo spettro di risposta medio linearizzato ottenuto dalla RSL con approccio rigoroso (stato limite SLV).
Gli input sismici sono gli accelerogrammi, cioè dei diagrammi che rappresentano le accelerazioni in funzione del tempo, indotte al suolo, in un dato sito in tre direzioni ortogonali, durante l’evento sismico.
In una RSL si importano 7 accelerogrammi naturali estratti dalle diverse fonti sismologiche disponibili.
Variazione del valore di amplificazione del moto sismico di input dovuto ad effetti locali di sito
(valli strette, effetti di bordo, creste)